mercoledì 31 ottobre 2007

Il Grande HOUDINI


Il 31 Ottobre 1926, il giorno della notte di Hallowen, moriva a Detroit, Erik Weiss meglio conosciuti con il nome di Harry Houdini.

Nato a Budapest il 24 marzo 1874 all'età di 4 anni si trasferì a New York con genitrori.

Le ristrettezze economiche lo costrinsero a cecare lavoro sin da ragazzino e a quattordici anni
trovò lavoro in una fabbrica di cravatte, la Richter's Sons, dove apprese il suo primo trucco dall'amico e collega Jack Hayman , "The Disappearing And Reappearing Quarter", un semplice effetto di abilità manuale. Insieme a Jacob conobbe un altro appassionato di magia, Joe Rinn e grazie a lui cominciò ad avvicinarsi e a studiare il mondo del paranormale e degli spiritisti giungendo alla conclusione che tutti usavano trucchi per di più molti dei quali banali. Sempre più affascinato dagli effetti magici, dai trucchi che si celavano dietro ad essi e dall' effetto che avevano sul pubblico cominciò ad approfondire le sue ricerche nell'arti magiche e cominciò la lettyra di unun libro che avrebbe cambiato la sua vita per sempre : "Le Memorie di Robert Houdin". Decise che quella sarebbe stata la sua vita.

A 17 anni , con l' amico Jacob come socio e con il nome di Fratelli Houdini. , cominciò ad esibirsi neggli squallide birrerie di periferie, in posti rozzi e mal frequentati il culmine del loro spettacolo era un gioco che Houdini battezzò "La Metamorfosi".

Il gioco, uno dei più belli dell'arte magica, consiste nel farsi chiudere con le mani legate in un sacco che viene chiuso in un baule a sua volta chiuso con lucchetti e catene. A questo punto il collaboratore che aiuta il mago sale in piedi sul baule solleva fin sopra la testa un telo, contando 1..,2...,3. Al 3 il telo cade e sul baule appare il prestigiatore mentre all'interno del baule ancora perfettamente chiuso, nel sacco chiuso, c'è il collaboratore legato.

La peculiaità dell'effetto è la velocità, ma Jacob non riusciva a essere veloce come Houdini voleva , e dopo quattro mesi il loro sodalizio si sciolse e comiciò a far coppia con il fratello Theo.

Nel 1894 conobbe Wilhelmina Beatrice Rahnertra , Bess per gli amici, che in brevissimo tempo divenne sua moglie e sostituì Theo nel suo numero Houdini.

Il numero della Metamorfosi raggiunse con la moglie altissimi livelli di esecuzione e di essere scritturati da locali migliori dei soliti pub, ma il grande successo a livello economico tardava ad arrivare e spesso erano senza lavoro.

Nel frattempo continuava il suo studio sul come riuscire a liberarsi da qualsiasi costrizione : manette, ceppi, camicie di forza affinando continuamente i suoi metodi.

Il 5 gennaio 1899 sfidò i cronisti di Chicago dicendo che era in grado di liberarsi da ogni tipo di manette in uso presso la polizia. Condotto nel vicino commissariato si liberò da ogni tipo di manetta e la pubblicità data dai giornali alla straordinaria impresa diede i suoi frutti.

Scritturato dai grandi teatri sfidava ogni sera il pubblico a bloccarlo con qualsiasi tipo di costrizione ma riusciva sempre a liberarsi ed un giorno a San Francisco giunse a spogliarsi, completamente nudo, per dimostrare che non era vero come sostenevano i denigratori che nascondesse un duplicato delle chiavi da qualche parte.

La sua notorietà crescente lo portò a salpare per l'Inghilterra, dove nessuno lo conosceva e l'accoglienza fu piuttosto tiepida. Ci volle anche qui un'esibizione, niente meno che presso la sede di Scotland Yard per convincere l'impresario Slater a fargli firmare un contratto a lungo termine presso il teatro Alhambra uno dei più prestigiosi di Londra.

La fama lo portò a girare per l' Europa prima di rientrare in America dove Houdini prese a escogitare nuovi trucchi da eseguire all'aperto. Così il 27 novembre 1906 a Detroit: saltò giù ammanettato dal ponte e si liberò sott'acqua. Nel maggio del 1907 ripeté l'impresa a Rochester, e quindi a Pittsburgh.

Sentiva però la necissità di trovare un altro numero simile alla Metamorfosi, e cioè un genere di evasione di cui il pubblico non si sarebbe mai stancato e così inventò l' "Evasione dal bidone d'acqua", che presentò per la prima volta al Teatro Columbia di St. Louis il 27 gennaio del 1908.

Dall'Europa gli giungevano inviti a tornare e il 10 agosto 1908 partì con Bess per la Germania.
Durante l'ennesima tournée in Europa fece una breve sosta a Londra per mettere in scena un nuovo numero e poi proseguì per Berlino, dove intendeva evadere per la prima volta dalla "Cassa della tortura cinese", l'impresa più grandiosa che avesse mai tentato.

Una cassa alta 2 metri , larga circa uno, di mogano con rivestimento metallico, il frontale costituito da una lastra di vetro. La cassa veniva completamente riempita d'acqua e lui vi veniva immerso ammanettato a testa in giù con le caviglie strette in un ceppo di legno. E ovviamente riuscì nell'impresa.

La morte della madre nel 1913 lo segnò profondamente anche nello spirito e il desiderio di comunicare con lei lo spinse a riavvicinarsi agli spiritisti nella speranza di trovarne uno autentico.
Partecipò a numerossime sedute spiritiche ma tutte si rivelavano le solite truffe con i soliti banali trucchi che lui scopriva immediatamente.

In questa morbosa ricerca contattò Sir Arthur Conan Doyle che esponeva le sue convinzioni al limite del fanatismo. Non si accostava all'argomento con la mente logica e analitica del suo celebre personaggio, Sherlock Holmes. Secondo Doyle, la ragione non aveva nulla a che vedere con lo spiritismo: il fenomeno era una verità rivelata. Houdini scrisse a Doyle e i due si conobbero . Houdini volle chiarire subito con grande franchezza la sua posizione nei confronti dello spiritismo: era scettico, ma disposto a cambiare opinione, se avesse trovato un medium in buona fede.

Ritornato in America il suo interesse predominante era diventato lo smascheramento di medium e lanciò loro una sfida, dichiarando che avrebbe pagato 5000 dollari se non fosse riuscito a riprodurre tutti i loro fenomeni spiritici.

Cominciò così a tenere conferenze che erano una fantastica mescolanza di lezioni e di spettacolo. Non solo spiegava come i medium ottenessero i loro effetti, ma li riproduceva lui stesso: tavoli che levitavano, strumenti musicali che suonavano, messaggi che comparivano su lavagne, tutto senza apparente intervento dell'uomo.

Un giorno mentre era in camerino uno studente, Gordon Whitehead alla richiesta se fosse in grado di assorbire forti pugni allo stomaco, lo colpì con violenza senza che lui avesse il tempo di prepararsi ad incassare il colpo.

Houdini non fece caso al forte dolore e continuò a lavorare anche nei giorni successivi, finchè una sera cominciò a non sentirsi bene e ad aver la febbre altissima.

Un medico di Detroit gli diagnosticò un'appendicite acuta e chiamò un'ambulanza. Ma Houdini il teatro era tutto esaurito ed egli non voleva deludere il pubblico.

Quello sforzo però gli fu fatale ricoverato all'ospedale Grace, venne operato ma ormai l'appendicite si era rasformata in peritonite. Per una settimana lottò con la morte, ma una domenica mattina alle 13.26 spirò.

Era il 31 ottobre, la vigilia di Ognissanti, la notte in cui, secondo la tradizione di alcuni paesi, gli spiriti dei defunti tornano sulla terra.

Houdini lasciò un'ultima lancia nelle mani degli oppositori dello spiritismo: poco prima di morire fece un patto con la moglie Bess dicendole che se fosse stato possibile l'avrebbe contattata tramite un messaggio in codice convenuto tra loro due.
Ogni notte di Halloween, per i successivi 10 anni, Bess tenne una seduta spiritica per verificare il patto.
Nel 1936, dopo un'ultima fallimentare seduta sul tetto del Knickerbocker Hotel di Los Angeles, spense la candela che aveva arso accanto alla fotografia di Houdini sin dal momento della sua morte.

martedì 30 ottobre 2007

La Guerra dei Mondi


Era il 30 ottobre 1938, chi quel giorno accese la radio sintonizzandola sulla stazione della CBS rimase sgomento ad ascoltare quanto veniva trasmesso.

Una voce concitata stava raccontando in presa diretta dello sbarco di astronavi aliene sulla terra e che dalle stesse erano scese micidiali macchine da combattimento dotate di lunghe gambe d'acciaio e micidiali raggi di calore con i quali incenerivano tutto quanto era sul loro cammino, compresi gli inermi umani che incotravano, seminando distruzione e morte.

Raccontava come sembrava evidente la ferma volontà degli extraterrestri di conquistare il mondo, che la lotta era impari, vista l’evolutissima tecnologia aliena, e che già la prima città era stata rasa al suolo.

E lo sgomento si fece panico.

Gran parte degli ascoltatori americani cominciò a tempestare di telefonate i centralini della polizia, della sicurezza, del 911. Le mogli chiamavano i mariti al lavoro avvisandoli della catastrofe che si stava verificando sulla terra esortandoli a passare da scuola a prendere i figli e tornare il più presto a casa.

Furono in moltissimi a non rendersi conto che si trattava in realtà di un semplice programma radiofonico di cui Orson Welles il grande regista-attore americano era stato l' ideatore.

La vicenda immaginaria narrata nel romanzo "La Guerra dei Mondi" di H.G. Wells venne interpretata da Welles come una reale radiocronaca, con l' intento di risultare avvincente per il pubblico. L'adattamento del romanzo simulava infatti un notiziario speciale, che a tratti si inseriva sopra gli altri programmi del palinsesto, per fornire aggiornamenti sull'atterraggio di astronavi marziane a Grovers Mill.
Orson Welles durante la trasmissione

Per Orson Welles allora 23enne fu un' immensa trovata pubblicitaria che che portò la RKO ad offrirgli un contratto per la realizzazione di tre film a Hollywood.

lunedì 29 ottobre 2007

La partita delle beffe




Sabato sera, 60.000 spettaori, per la gran parte tifosi partenopei, hanno fatto da cornice, al San Paolo di Napoli, alla partita clou della 9 giornata : Napoli-Juve.

La coreografia sugli spalti era quella degna degli spettacoli pirotecnici di Fuorigrotta e gli striscioni dei tifosi non erano da meno . Tra i tanti " Napule è mille colori, la Juve è solo bianco-nero"


Una bella festa sugli spalti, una bella partita combattuta ad armi pari dalle due squadre. Vantaggio Juve a inizio ripresa con il solito Del Piero, pareggio di Gargano. Palo di Trezeguet sulla respinta Del Piero alle stelle. La partita stava prendendo corpo è diventando divertente.

Poi al 17' primo rigore, inesistente. Napoli 2-1. Passano 8 minuti secondo rigore ancora più inesistente. Napoli 3-1. Partita finita. Festa Rovinta.

Non voglio disquisire sulla loro dinamica, oggetto di dibatti televisivi ad oltranza, dove peraltro tutti hanno riconosciuto l'inesistenza dei falli e le assurde e inspiegabili decisioni dell'arbitro Bergonzi.

Non voglio pensare che qualcuno voglia farci ancora pagare le colpe per le quali abbiamo già pagato a sufficienza l'anno passato.Penso e spero che sia stata un serata storta dell'arbitro, anche se da un professionista simili errori non sono giustufucabili, e non riesco ad immaginare cosa sarebbe successo se quei due rigori fossero stati accordati a noi. Sicuramente si sarebbero stati riesumati Moggi, Giraudo, gli orologi Rolex, le automobili etc...

Bisogna invece sottolineare la corretteza del pubblico napoletano e del suo presidente De Laurentis che da vero sportivo dichiarava il suo disagio, ma che non poteva farci niente se la “miopia” dei dirigenti del calcio non consente di introdurre quell’istant-replay, già in uso nel rugby e nel basket. D’altro canto, pur nella umana comprensione per noi tifosi juventini, sarebbe fare del facile buonismo sottacere che molti tifosi del Napoli sono andati a dormire gongolando. Vincere contro la Juve, per di pìù "derubando" quella che tutti i non juventini, definiscono la regina dei ladri e il massimo della libidine.

Però bisogna far buon viso a cattiva sorte e per smaltire la rabbia sto pensando alla faccia che avranno fatto i due "pestiferi" gemellini, dello famoso spot pubblicitario che senz' altro anche sabato sera avranno gridato :

" Noi tifiamo Napoli Tiè" .

Domestico fedele

Un uomo d'affari deve recarsi per qualche giorno all'estero per un viaggio di lavoro, convoca il buon Said, suo fidato domestico, e gli spiega la situazione:
"Vedi io devo andare all'estero per qualche giorno, mi raccomando che tutto fili liscio qui e per qualsiasi problema chiamami.”
"Si signore no preoccupare"
Dopo qualche giorno l'uomo d'affari, non sentendo notizie, chiama Said:
"Ciao, Said come va?"
"Tutto male!"
"Perchè cos'è successo?"
"Rotto manico di vanga"
"Ma Said, porco cane, mi hai quasi fatto prendere un colpo, mi diciche va male e poi si è solo rotto il manico della vanga!?"
Poi preso dal rimorso pensando che Said potrebbe prendersela a male cerca di conciliare:
"Com'è successo?"
"Niente, sotterravo cane"
"Ma come, il mio cane che amavo come un figlio, ma com'èsuccesso?"
"Caduto piscina!"
"Ma Said è un Terranova, il cane bagnino, come può essere annegato in piscina?"
"No acqua in piscina e lui caduto morto"
"Ma come, non c'era l'acqua in piscina, abbiamo fatto pulizia la settimana scorsa e messo l'acqua per l'estate!"
"Si ma acqua usata pompieri per spegnere incendio"
"Incendio? ma quale incendio Said?"
"Preso fuoco la casa!"
"La mia casa, ma com'è successo?"
"Camera ardente sua madre, c'era candela vicino tenda, tutto bruciato."
"La camera ardente, è morta la mia mamma? Ma se abbiamo festeggiato l'altra settimana il suo 70° compleanno ed era piena di energia!"
"Si, ma ieri notte sua madre no riuscire a dormire, andata a chiedere aiuto a sua moglie, ma l'ha vista in camera con suo migliore amigo ed e' morta d'infarto."
"Ma come Said mia moglie mi tradisce col mio migliore amico? Ma Said resto via 4 giorni e la mia vita è sfasciata, ma non c'è proprio nulla di positivo?"
"Si capo ricorda che altra settimana lei fatto test per AIDS?"
"Si."
"Ecco,... quello POSITIVO!"

giovedì 25 ottobre 2007

W LA PASTA !!!


Oggi si celebra la Giornata mondiale della pasta, il "World pasta day" .
La pasta è l'alimento base per antonomasia della dieta mediterranea. L'industria italiana della pasta è leader mondiale per livelli produttivi e quote di esportazione. Dal 1998, la produzione italiana di pasta ha registrato un balzo dell'80% passando dai 6,4 milioni di tonnellate di allora agli 11,7 milioni di tonnellate prodotti nel 2006, rispondendo a un incremento medio del consumo di circa 500 grammi pro capite annui.

Ma tralasciando gli aspetti economici della questione, quali l'aumento del prezzo del grano, di quelli al consumo, di eventuali cartelli e speculazioni che pur sono importanti perché toccano le nostre tasche, quello che più mi interessa e l'aspetto edule.

Ho sentito al telegiornale che un non meglio identificato guru della gastronomia americana, di cui non riesco a reperire il nome, autore tra l'altro di importanti guide gastronomiche, asserisce che la pasta non andrebbe cucinata come siamo abituati noi italiani al dente, ma piuttosto scotta e inondata di brodosi sughi a base di verdura.

Immaginiamoci quindi un americano di fronte a un fumante e appiccicoso piatto di pasta scotta di grano tenero, magari condita con olio extracomunitario, pomodoro da semilavorato cinese e arricchita dal Parmesan del Wisconsin.

Penso già al disgusto di chiunque di noi si trovasse di fronte ad un simile piatto.

D'altronde mi ricordo che quando sono stato a New York, un giorno mentre ero nei magazzini Bloomingdale's, essendo ora di pranzo sono andato a mangiare alla tavola calda. Accanto a me due ragazze in tuta di felpa verdina - violetto, abbondantemente oversize.
Mentre una addentava un panino a 5 piani, l'altra sorbiva,all'apparenza, un passato di verdura in perfetta nuance con il verde della sua tuta.
Ad un certo vedo con raccapriccio che comincia ad alternare una cucchiaiata di minestra con un di gelato alla crema, dalla coppa che aveva di fronte.
E la cosa doveva piacergli parecchio visto che ha proseguito così fino alla fine.

Ho trangugiato il mio fac-simile di toast, che non ha nulla a che vedere con quelli che facciamo noi, aiutandomi con una gasattissima Budweiser e me ne sono andato.

All'improvviso ho cominciato a pensare alle Pappardelle al sugo di lepre, alle Lasagne al bolognese, ai Tajarin col tartufo, alla Pasta al forno, alle Penne all'arrabbiata....
Mi veniva in mente come questo elemento era stato sapientemente usato dal cinema : pensavo a gli spaghetti che Totò tiene in tasca in "Miseria e Nobiltà", i lacci delle scarpe arrotolati come succosi maccheroni da Charlot nella "Febbre dell'Oro", gli "spaghetti d'amore" di "Lilli e il Vagabando", con la variante americana del sugo con le polpette.

Il giorno dopo dovevo rientrare e dopo quella scena non vedevo l'ora di tornare in Italia sedermi a tavola di fronte a "quel nido di fili, conditi possibilmente con il pomodoro e basilico, il vero simbolo dell'Italia, un marchio di fabbrica !!".

Volevo solo sedermi a tavola e come l' Albertone nazionale pronunciare:

Maccarone, m'hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno, ahmm! »


martedì 23 ottobre 2007

O' Rey


« Dio inventò il calcio, e poi disse a Pelé di insegnarlo »

Il 23 Ottobre 1940, nasceva a Três Corações, Edson Arantes do Nascimento, meglio noto con lo pseudonimo di Pelè.

Riconosciuto in tutto il mondo da tifosi ed esperti come il più grande calciatore di tutti i tempi insieme a Maradona.

Esordì nel Santos il 7 settembre 1956, non ancora sedicenne e bagnò l'esordio con il primo dei suoi 1281 goal!

Un numero di goal incredibile tanto che Alessandro Del Piero nel suo libro "10+. Il mio mondo in un numero" ha scritto :

« …Pelé. Come diavolo avrà fatto, mi chiedo, a segnare 1281 goal? Cioè quelli che ho fatto io, più un’altra ottantina, più mille. È una cosa disumana … Un numero 10, per inciso »

Io ho avuto la fortuna di vederlo nella finale del 1970, in Messico contro l' Italia, reduce dalla mitica partita contro la Germania, quando con uno stacco di testa, seguito poi da altre tre reti dei suoi compagni, spense le nostre speranze di gloria.

Incredibile il suo Palmares:

Campionati del Mondo: 3 (Svezia 1958, Cile 1962, Messico 1970)

Coppe Intercontinentali: 2 (Santos 1962 1963

Coppe Libertadores: 2 (Santos 1962, 1963)

Supercoppa dei Campioni Intercontinentali: 1 (Santos 1969)

Coppe del Brasile: 5 (Taça Brasil) (Santos 1961 - 1965)

Torneo Roberto Gomes Pedrosa: 1 (Santos 1968)

Tornei Interstatali Rio-San Paolo: 3 (Santos 1959, 1963, 1964)

Campionati dello Stato di San Paolo: 11 (Santos 1956, 1958, 1960 - 1962, 1964, 1965, 1967 - 1969, 1973)

Campionato NASL: 1 (Cosmos 1977)

Pallone d'Oro sudamericano: 1 (1973)

MVP Campionato NASL 1976

Capocannoniere Copa America 1959

Capocannoniere Campionato Paulista: 11 (Santos 1957, 1958, 1959, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964, 1965, 1969, 1973)

Eletto dal CIO "Atleta del Secolo" nel 1999

Eletto dalla FIFA "Calciatore del secolo" nel 2000 (premio condiviso con Diego Armando Maradona

lunedì 22 ottobre 2007

Rosso Ferrari


Ieri ad Interlagos in Brasile si è concluso il Campionato Mondiale di Formula 1 con il trionfo di Kimi Raikkonen e della Ferrari.

Un'annata di continui colpi di scena, contrassegnata dagli splendidi exploit di Hamilton, il 22enne pilota rivelazione della McLaren che ha guidato fino all'ultima gara la classifica piloti; dalla Spy Srory dei progetti Ferrari trafugati; dalla condanna della McLaren esclusa dalla Classifica Costruttori.

Infine la grande rimonta negli ultini Gran Premi di Kimi Raikkonen, conclusasi ieri, contro ogni previsione e ogni probabilità statistica con la vittoria nel Gp e nel Mondiale Piloti, dopo una gara ricca di colpi di scena che nemmeno il più abile dei registi di thriller avrebbe saputo pensare.

La fortuna, la bravura, l'inesperienza di Hamilton sono state un mixer di emozioni che hanno ravvivato questo Gp e che hanno contribuito al fatto che come al solito non mi addormentasi davanti alla Tv.

Devo ammettere che da diverso tempo non ho più un grande feeling con la casa di Maranello e la F1, anche se in passato sono più volte andato a vedere le prove di Monza e Montecarlo e tifavo apertamente per la Rossa, ma poi qualcosa si è rotto.

Forse, per assurdo, tutto è cominciato con l'arrivo di Schumacher e pur riconoscendo che è stato un grandissimo pilota, non ho mai provato per lui una grande simpatia. Tifavo per Barrichiello ma non per lui. Il fatto che in 10 anni di Ferrari abbia cominciato a parlare in italiano solo gli ultimi due anni mi dava parecchio fastidio.

Oggi con l'arrivo di Raikkonen questo feeling si sta ricucendo, anche se speravo , visti i dissapori con la McLaren che l'anno prossimo sarebbe potuto arrivare Alonso.

Comunque sentire suonare l'Inno Nazionale in una manifestazione sportiva è sempre una grande emozione e lo è ancora di più quando, come ieri tra il pubblico, ho visto una graziossima ragazza del team Ferrari cantarlo entusiasta a squarciagola.

Alessandro il Grande


Alessandro il Grande (Alessandro Magno) il celebre condontiero macedone condusse in soli dodici anni il suo esercito alla conquista dell'impero persiano.

Il suo straordinario successo ispirò una tradizione letteraria sicchè egli appare come un eroe mitologico.

Ieri sera all'Olimpico un Grande Alesssandro Del Piero ha guidato la Juventus alla vittoria sul Genoa con una prestazione maiuscola coronata da un goal da par suo e tante altre giocate da vero fuoriclasse.

Una partita rovinata in parte de un eccessivo nervosismo ma anche da un arbitraggio non impeccabile del Sig. Banti di Livorno , che come hanno dimostrato le immagini delle varie trasmissioni televisive ha abusato in alcune occasioni del suo potere.

In settimana Aòex aveva chiuso la parentesi del rinnovo del contratto dove sono convinto che tutti i vari problemi, antecedenti alla firma, erano stati abilmente amplificati dalla stampa sportiva.

Visto che ho iniziato questo post con la citazione di Alessandro Magno e delle sue conquiste voglio chiuderlo con quelle di Alex in quattordici anni di maglia bianconera:

Scudetto Primavera: 1
Juventus: 1993/94

Torneo di Viareggio: 1
Juventus: 1994


Competizioni Nazionali

Campionati italiani: 7 (di cui 2 revocati)
Juventus: 1994/95, 1996/97, 1997/98, 2001/02, 2002/03 (2004/05 e 2005/06 revocati)

Campionato di Serie B: 1
Juventus: 2006/07

Coppa Italia: 1
Juventus: 1994/95

Supercoppe Italiane: 4
Juventus: 1995, 1997, 2002, 2003


Competizioni Internazionali

Campions League
Juventus: 1995/96

Supercoppa Europea: 1
Juventus: 1996

Coppa Intercontinentale: 1
Juventus: 1996

Coppa Intertoto: 1
Juventus: 1999

Nazionale Italiana

Campionato del Mondo: 1
2006

Campionato Europeo Under 21: 1
1994
P.s: Questa mattina Alex è diventato papà del piccolo Tobias. Augurissimi ai genitori

martedì 16 ottobre 2007

Un Uomo venuto da lontano

"Cercherò di parlare la vostra lingua.........., la nostra lingua italiana. Se faccio degli errori, voi mi “corrigerete”».


Il 16 Ottobre 1978 alle ore 18,45, un Uomo"venuto da lontano" , si affacciò al balcone di San Pietro e con queste semplici parole conquistò immediatamente il cuore di tutti gli italiani e non solo.

Il protocollo non prevedeva che il Papa tenesse subito discorso ai fedeli ma lui decise di rompere gli schemi di una tradizione centenaria e appena uscito sul balcone pronunciò quelle parole che entrarono nella storia.

Quell'uomo era Giovanni Paolo II e si capì immediatamente che sarebbe stato un Papa eccezionale.

Ed eccezionale lo fu.
Giovanni Paolo II è il Papa che ha piantato i paletti di una Chiesa in trasformazione, che ha aperto gli occhi della Chiesa e di noi tutti sul mondo, sulle guerre, sulle popolazione povere ed affamate; è il Papa che ha ideato le Giornate Mondiali della Gioventù; il Papa che ha combattuto i regimi comunisti e che ha contribuito alla caduta del Muro di Berlino; il Papa dell’apertura al mondo; il Papa della rappacificazione con le altre religioni monoteistiche, l'ebraismo e l'islamismo; il Papa che è stato capace di chiedere scusa agli ebrei e ai mussulmani per le discriminazioni e gli errori dei suoi predecessori.

Il papa della pace , "un dono da chiedere nella preghiera".

Incessanti gli appelli lanciati da Wojtyla per la pace in Iraq e Afghanistan, solo per citare i più recenti casi di conflitto internazionale.

Il Papa della tenerezza e della dolcezza con i bambini, i giovani, le famiglie, i malati . Ha istituito la Giornata per i Giovani, la Giornata per le Famiglie, la Giornata per il Malato, la Giornata per gli Sportivi, quella per i Politici.

Ma soprattutto, sarà ricordato come il Papa globetrotter a cui piaceva annunciare il Vangelo in ogni angolo del mondo.

- 247 i viaggi realizzati, di cui 104 internazionali.
- 132 i Paesi visitati (38 in Europa, 29 nelle Americhe, 42 in Africa, 17 in Asia, 6 in Oceania)
- 1.160.000 la distanza complessiva in chilometri percorsi da Papa Wojtyla.
tre volte la distanza dalla Terra alla Luna oppure, se vogliamo, ha compiuto 29 volte il giro del mondo.

Giovanni Paolo II è il papa delle ‘prime volte’.
Il Papa delle "trasgressioni.

Il Papa montanaro, sciatore. Il Papa che andava a sciare di nascosto sulle montagne del Gran Sasso d' Abruzzo, che partiva dal Vaticano e raggiungeva in gran segreto un istituto religioso a Ovindoli, dove passava la notte, per essere pronto sulla neve presto di mattina e capace di dire agli agenti che lo avevano scortato : «grazie, perché proteggete uno scandalo internazionale".

Immaginatevi la faccia: col sorriso furbetto uscendo al mattino, quasi di soppiatto, dal Vaticano; con un velo di malinconia nel rientrare, a sera, oltre Tevere.

Centododici sono state le "scappatelle" di Karol Wojtyla II sul Gran Sasso tra estate e inverno e qui una vetta a 2.424 metri, dal 18 Maggio 2005, giorno del suo compleanno, porta il suo nome "Cima Giovanni Paolo II".

Durante le lunghe passeggiate estive metteva a dura prova i suoi accompagnatori». Perché camminava, eccome! A metà della gita il Papa era solito schiacciare un pisolino: «nei primi tempi Giovanni Paolo II dormiva sulla nuda terra, coprendosi con una semplice coperta di lana».



Ma soprattuto papa Wojtyla era rimasto un Uomo, con la U maiuscola, un Uomo venuto da lontano.

venerdì 12 ottobre 2007

Columbus Day

Il 12 ottobre 1492 è diventata,con la scoperta dell’America, ufficialmente la data che segna il passaggio dal Medio Evo all’ Era Moderna

Cristoforo Colombo, trascinato dalla passione e dalla bravura del fratello Bartolomeo che aveva abbandonato la vita di bordo per diventare uno stimato cartografo presso la Marina dello Stato portoghese , cominciò anche lui sin ad appassionarsi alla cartografia. Inizialmente la sua conoscenza era puramente geografica, grazie alle cartografia avuta dal fratello e a quel poco che aveva imparato navigando per un paio d’anni come semplice marinaio. Grazie al suocero che gli fece conoscere Eratostene, Plinio, Pausania, Zacuto e l’opera del cardinale Pietro d’Ailly acquisì anche una conoscenza cosmografia e scientifica. Gli anni passati a Porto Santo con davanti a sé l’Oceano Atlantico, l’osservazione dei venti che spiravano costanti da ponente a levante, la convinzione della sfericità della terra, la lettura dei Milione di Marco Polo, accesero in lui l’idea di progettare un’ impresa allora ritenuta una pazzia : raggiungere le Indie navigando verso l’ovest.

In cerca di finanziamenti illustrò la sua idea al Re del Portogallo ma la commissione, composta da vecchi capitani, conservatrice, diffidente e anche superstiziosa la esaminò con le scarse nozioni e convinzioni geografiche di allora, e respinse il progetto, perché a suo giudizio "ineseguibile", null'altro che una "fantasticheria".

Chiese al fratello di proporla agli inglesi e ai francesi ma le risposte tardavano ad arrivare e lui afflitto da un periodo di amarezze e ristrettezze economiche si trasferì a Cordoba dove proprio in quel periodo si era trasferita la Corte spagnola.
Con l’aiuto di qualche influente personaggio espose il piano ai sovrani ma nonostante la simpatia 8 l'appoggio della regina Isabella il re Ferdinando riunì una commissione di esperti, scienziati, navigatori, dotti domenicani che alla fine bocciò nuovamente il progetto.
L’oscurantismo religioso dell'epoca ebbe anche qui la sua parte. Colombo nell'esporre la sua idea, doveva vincere il sospetto che il suo progetto non contenesse opinioni incompatibili con la concezione della forma della Terra, quale é descritta nella Bibbia, cioè piana, e non rotonda, com'egli asseriva.

Dall’Inghilterra continuavano a non arrivare notizie e così decise di recarsi in Francia ma sul cammino, ormai ridotto in miseria, si fermo a Palos presso un convento dove chiese ospitalità. Qui il caso volle che il monaco del convento, don Juan Perez, fosse stato il confessore della regina Isabella e inoltre fosse un appassionato geografo. Il progetto di Colombo non gli sembrò affatto folle e decise di intercedere presso la regina. Sempre il caso volle che in quei giorni la Spagna stesse celebrando la "Reconquista". Era il 2 Gennaio del 1491. Per la Spagna terminava la "guerra dei mori". Le feste a corte (e quelle religiose) si sprecavano e Isabella libera da ogni altra preoccupazione decise di ascoltare e promuovere la vagheggiata spedizione.
Il 17 aprile Colombo già sottoscriveva i patti coi Reali Spagnoli, mentre si allestivano per lui le tre caravelle(Nina, Pinta e Santa Maria).
Nominato Ammiraglio del Grande Oceano, il 3 agosto Colombo salpava da Palos de la Frontera con un equipaggio di 120 uomini. Il 15 Agosto raggiungeva le Canarie, dove fece sostò per il rifornimento e il 6 settembre le tre caravelle ripresero il largo. Dopo un mese di navigazione, aiutato dagli alisei, non avevano ancora scorto terra. Il 7 ottobre Colombo decise di virare verso sud-ovest, avendo visto alcuni uccelli dirigersi verso quella direzione.
Finalmente alle 2 del 12 ottobre, Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, lanciò l'atteso grido "Terra!". All'alba Colombo sbarcò su un'isola, che gli indigeni chiamavano Guanahani e che egli ribattezzò San Salvador….

Rientrato il 15 marzo 1493 venne trionfalmente accolto a Barcellona. e solennemente ricevuto dai sovrani che lo elessero Nobile, Grande Ammiraglio dell'Oceano, Vicerè del Nuovo Mondo, con diritti e titoli trasmissibili agli eredi.

La scoperta e l'ardimentosa traversata sulle terre che si reputavano far parte dell'Estremo oriente, si diffuse in un baleno in tutto il mondo. Al grande ricevimento alla corte di Barcellona era presente Pietro d'Anghiera, e fu lui a leggere la notizia ufficiale del resoconto del viaggio; lo fece con un enorme entusiasmo e aggiunse che sospettava che non si fosse raggiunto il lembo più orientale dell'Asia, ma che fosse stato scoperto un NUOVO MONDO.
Si dice invece che Cristoforo Colombo restò ostinatamente fermo nella credenza di essere giunto nelle Indie.Come poteva Colombo, dopo tutti gli studi che aveva fatto ignorare Eratostene proprio ora, e dov'erano i 110-120 gradi che mancavano?
Fu vera convinzione oppure fu bloccato dall'alto perché si voleva dar tempo agli spagnoli (a Ferdinando "il cattolico") di conquistare tutto il Nuovo Mondo?

In seguito compirà altri tre viaggi :
- il 25 SETTEMBRE 1493 Colombo, compie il 2° viaggio verso l'America ma alcuni personaggi malevoli, invidiando la gloria dell'Eroe, lo calunniano di volersi fare Signore assoluto delle terre scoperte, ed inducono i Sovrani di Spagna ad ingiungergli di sospendere il corso delle sue esplorazioni e di far ritorno in Europa. Colombo ubbidisce e, presentatosi ai Monarchi, dimostra false le accuse.
- Il 30 MAGGIO del 1498, Colombo riparte per il 3° viaggio. Questa volta il 5 agosto raggiunge davvero il Nuovo continente. Scopre l'Orinoco, la costa occidentale dell'America del Sud (Colombia), e vi fonda la città di Cartagena. Di nuovo calunniato, nel novembre del 1500, é ricondotto in Europa, carico di catene, ma riesce ancora a dimostrare false le accuse.
- Il 9 MAGGIO 1502, Colombo riparte per il suo 4° viaggio. Esplora le coste orientali dell'America Centrale. Senonchè, per le malattie, i patimenti e le amarezze procurategli dai compagni, decide di ritornare in Spagna. Intanto, Isabella, la sua protettrice, era morta. Ferdinando il consorte, sopraffatto da maligne insinuazioni, gli negava i diritti che gli spettavano in virtù dei patti stipulati.
Infelice affranto dalle fatiche, dai disinganni e dal peso delle sventure, muore in Valladolid, il 20 maggio 1506.

mercoledì 10 ottobre 2007

La tragedia del Vajont



Tratto da:
"IL RACCONTO DEL VAJONT" di Marco Paolini

Quanto pesa un metro cubo d'acqua?
No, no, non preoccuparti di rispondere esattamente. Basta che ci mettiamo d'accordo.
Un metro cubo d'acqua? Mille chili, una tonnellata. Una tonnellata va bene?
Le frane le misurano a metri cubi. Il metro cubo è l'unica cosa che resta fissa, perché poi la densità, e il peso, cambiano. Allora bisogna prendere quest'unità di misura, l'unica cosa abbastanza certa, bisogna prendere i numeri, però poi bisogna metterli vicino alle cose, ai nomi, per vedere se scatta qualcosa.
Un nome: Stava.
Ti dice niente?
Val di Stava, una conca tra Bolzano e Trento. In cima alla Val di Stava, lassù in alto, c'era una diga di terra e dietro c'erano i fanghi, gli scarichi di una miniera Montedison. Dopo che è piovuto un bel po', il 18 luglio 1985 la diga non ce la fa più: scoppia. Tutto quello che c'è dietro alla diga, 450.000 metri cubi di fango, va giù a spazzare via dalla faccia della terra il paese di Stava e una fetta del paese vicino, Tesero. Duecentosessantotto morti.
Quattrocentocinquantamila metri cubi.
Un altro nome: Valtellina. Stesso mese, luglio. Però del 1987. La frana della Valtellina è più grossa di quella della Val di Stava, è parecchio più grossa, cento volte più grossa: 45 milioni di metri cubi di montagna cascano in fondo alla Valtellina a fare uno schizzo lungo due chilometri che cambia la geografia della valle.
Quarantacinque milioni di metri cubi.
E allora un altro nome: Vajont. Ti dice niente Vajont?
9 ottobre 1963. Dal monte Toc, dietro la diga del Vajont, si staccano tutti insieme 260 milioni di metri cubi di roccia.


Duecentosessanta milioni di metri cubi

Vuol dire quasi sei volte più della Valtellina.
Vuol dire seicento volte più grande della frana della Val di Stava.
Duecentosessanta milioni di metri cubi di roccia cascano nel lago dietro alla diga e sollevano un'onda di cinquanta milioni di metri cubi. Di questi cinquanta milioni, solo la metà scavalca la diga: solo venticinque milioni di metri cubi d'acqua... Ma è più che sufficiente a spazzare via dalla faccia della terra cinque paesi: Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Faè.
Duemila i morti.
La storia della diga del Vajont, iniziata sette anni prima, si conclude in quattro minuti di apocalisse con l'olocausto di duemila vittime.
Come si fa a capire un fatto come questo?
Capire che peso ha avuto, che peso ha?
Dove va a cadere il peso di certi avvenimenti?
Che pressione fanno sulla morale delle persone,
come incidono sui comportamenti di una comunità,
nelle scelte di un popolo?
Quale clima raddensano in un paese?
...........

Ore 22 e 39

Su in valle, sopra la diga, un silenzio feroce.
L'ultima bava di ragno che teneva unita la frana al resto della montagna si rompe.
E la frana sta là. Sul piano inclinato. Non c'è più niente che la tiene attaccata al resto della montagna. E poi va.
Cos'è che la fa andare? Un colpo di tosse? Una ciacola? Un ronzio? Un ticchettio? Uno starnuto? Un motore?
Non so.
So che 260 milioni di metri cubi di roccia, coste di montagna alte 300 metri, rocciose, con i boschi sopra, con i corsi d'acqua, con lo stagno, coi campi coltivati, coi pascoli, le vallate, le colline. E le case, con le stalle e le bestie che muggiscono impazzite, con altri alla catena che si soffocano pur di scappare, con gli umani che non li hanno abbandonati... Un mondo intero, immenso!, fatto a emme, passa, compatto, non sbriciolato a sassi... Un mondo intero con gli alberi ancora dritti, passa tutto insieme da 60 centimetri a 100 chilometri all'ora in meno di un minuto.
Una accelerazione di cinque milioni di volte!
Come può farlo?
Rocce frantumate, marne, argille porose imbibite, piene d'acqua... Tutta quell'acqua evapora per il calore provocato dallo scivolamento della frana stessa. Forma un cuscino di vapore tra il calcare dolomitico e gli strati rocciosi... Un cuscino di vapore su cui corre la frana. Si chiama aquaplaning quel fenomeno, è lo stesso che ti fa slittare in autostrada quando cerchi di inchiodare sul bagnato: un cuscino di vapore bollente che lancia a cento all'ora la frana con attrito zero sul piano di scivolamento liscio, perfetto. La prima zolla riempie la vallata, la seconda le si gira sopra, la terza usa le altre due
107
come un trampolino e sale, sbatte, rimbalza dalla parte opposta della valle.
Non lo può fare in silenzio.
Tu parli coi superstiti e ti dicono: «Puoi dire quello che vuoi, ma il rumore... Quello non lo puoi immaginare... Il rumore... Il rumore...».
Tutti i testimoni ti dicono:
«Come fai a parlare di quel rumore?».
Testimone il prete di Casso, don Onorini: «Quel rumore», dice. «E quella luce... Apro la finestra dello studiolo della canonica, vedo i fili dell'alta tensione che viene dall'Austria: le linee elettriche che si spaccano per questo movimento di fiancata di montagna e una specie di arco voltaico che illumina a giorno la vallata. E il bosco che precipita, la valle che si riempie e dalla parte opposta, sempre illuminata a giorno, la frana che corre in salita, di qua, su per la montagna, dall'altra parte della valle, oltre cento metri sopra il vecchio livello del lago. E là si ferma».
E l'acqua? Dov'è andata l'acqua? Era piena d'acqua questa...
50 milioni di metri cubi d'acqua si sono messi in piedi al centro della valle formando un fungo alto 250 metri. Tutta l'acqua delle Dolomiti par mettersi in piedi, sull'attenti, alta come il campanile del paese. Punta il paese.
C'è lo sperone della roccia sotto il paese di Casso, che sega la colonna d'acqua alla base, e quando l'acqua arriva al paese non ha più forza. Molla uno schiaffo al piano terra della scuola elementare, dove i maestri dormivano al primo piano. Si svegliano per il colpo, il rumore. «Quel rumore...». Mentre gli schizzi di quell'onda ciclopica sfondano il tetto di quasi tutte le case del paese, un masso di 60 chili sfonda il tetto della chiesa: e non lo muovono di là. Ci leggono il Vangelo sopra, ancora adesso, perché dicono che è un miracolo. Perché l'acqua a Casso non ha ammazzato nessuno... È acqua che rotola giù per le strade del paese. La gente è malconcia ma viva!
Oltre il bordo del paese, mondo non ce n'è più.
Solo questo rumore... E questo odore... Lì sotto non c'è più niente... Solo vampa ghiacciata che vien su, perché l'onda non è finita, si è spaccata in due proprio sotto lo sperone di roccia e adesso si divide: mezza è tornata indietro, rifluisce a spazzolare le sponde della valle...
C'è Erto.
108
Erto è più bassa. Troppo bassa. Però la valle si allarga e l'onda si abbassa.
Quando arriva a Erto l'onda si è allargata abbastanza da prender giusto il piano terra delle case. La gente scappa al piano di sopra e si salva. Vede il piano terra che si sfonda, qualcuno tiene in braccio bambini, qualcun altro si aggrappa e riesce a navigare e a salvarsi da questo gorgo maledetto. Si salvano in tanti. Anche i morti al camposanto si salvano per un pelo: vien lambito dall'acqua, il cimitero... Mentre i vivi delle frazioni sotto, che l'aspettavano con un occhio aperto, a quelli gli passano sopra 50 metri d'acqua...

lunedì 8 ottobre 2007

Sfida Velenosa




All'Artemio Franchi di Firenze la classica sfida al veleno tra Fiorentina - Juventus finisce 1-1.

Dopo il vantaggio iniziale di Jaquinta (con Trezeguet in fuorigioco attivo) la Fiorentina riesce a pareggiare a 1 minuto dal 90° con un rigore di Mutu per un fallo di mani di Legrottaglie.

Forse potevamo vincere, di occasioni ne abbiamo avute più di loro , ma tutto sommato viste le solite polemiche, rigori non dati (boh !!), goal in fuorigioco (questo sì) va bene così.

Ahimè l'Inter allunga ma da dietro possiamo sempre pungergli le chiappe !!!!

mercoledì 3 ottobre 2007

Addio Bernardo


Tre orsi marsicani sono stati trovati morti nel Parco Nazionale d'Abruzzo.

Tra questi l'orso Bernardo simbolo del Parco e di queste terre.

Si dice che siano stati avvelenati, ma se ciò fosse si tratterebbe di pura idiozia, di gretta ignoranza.

Se avessero danneggiato i greggi i pastori sarebbero stati risarciti , i cacciatori li avrebbero raccolti per mangiarseli , per esporne i trofei, per appropiarsi della loro pelliccia.

La cosa assurda è che tuttavia sarebbe meglio il gesto di uno sconsiderato, frutto della sua mente bacata, piuttosto che di una morte naturale dovuta a un'epidemia che aumenterebbe il rischio di estinzione di una specie che già conta pochissimi esemplari.


lunedì 1 ottobre 2007

Weekend Azzurro

Per lo sport italiano lo scorso Weekend è stato trionfale.

Ha cominciato al sabato pomeriggio Marta Bastianelli, ai più sconosciuta, 20 enne di Lauriano in provincia di Roma che conquistato il titolo di Campionessa Mondiale di Ciclismo su strada
Grazie ad un'azione di forza a pochi chilometri dal traguardo ha staccato tutte le altre avversarie ed è riuscita ad arrivare sola al traguardo mantenendo una manciata di secondi di vantaggio.A completare la grande giornata italiana, il terzo posto ed il bronzo conquistato da Giorgia Bronzini.

La domenica è poi stata la volta degli uomini, dove una strepitoso e incazzatissimo, per le infamanti e false accuse che gli erano state vomitate addosso,"Grillo" Paolo Bettini vince per il secondo anno consecutivo il titolo di Campione del Mondo di ciclismo professionisti su strada, bruciando in volata i compagni di fuga.

Infine, ma solo per ordine di tempo, il sestetto femminile di Pallavolo diventa per la prima volta Campione d' Europa travolgendo la Serbia 3-0 ( 26-24, 25-18, 25-21, i parziali) vicendo 8 partite su 8 durante tutto il torneo e lasciando solo 2 set alle avversarie.



A tutti grandissimi complimenti e ricordatevi che l'anno prossimo ci sono le Olimpiadi !!!!


Bastardi dentro....


Ebbene sì lo confesso, non c'è niente di più bello per uno juventino che vincere il derby al 93' e per di pìù con un goal contestato.

Ieri sera all' Olimpico di Torino , Juve e Toro hanna dato vita al 222° Derby , dopo quattro anni di assenza della stracittadina.

Grande attesa in città per tutta la settimana poi, ieri nel pomeriggio, i soliti tafferugli tra le tifoserie; pietre, bottiglie, fumogeni. Per due ore le solite scene di guerra civile con le solite t.d.c., non importa di quale bandiera. Fortunatamente dopo due ore torna la calma.

All'interno dello stadio la solita bellisima coreografia sugli spalti, gli sfottò rimbalzano da una curva all'altra e finalmente inizia la gara.

Partita piuttosto brutta e il risultato più equo sarebbe stato un pareggio; al 93' però un goal di Trezeguet in opinabile fuorigioco risolve la gara.

Questo però era un derby e un goal simile (comunque per me regolare, con i nuovi regolamenti) dà più gusto alla vittoria.

In ogni caso un sincero augurio al Toro di restare in serie A perchè non possono privarci di queste soddisfazioni.